19 maggio 1991: alla domanda di un giornalista se lo scudetto Blucerchiato fosse stata una vittoria per Genova,, il Presidente Paolo Mantovani rispose: “è esclusivamente una vittoria della Sampdoria”. Per celebrare, 25 anni dopo, la gioia più grande della nostra storia, scegliamo questa frase perché la riteniamo la più significativa e la più sincera rappresentazione di quegli anni.
In tempi in cui una squadra giovane e vincente infastidiva le alte sfere del calcio italiano e anche la stampa e i potenti cittadini, le parole del Presidente chiarivano una volta per tutte che quello scudetto era esclusivamente Blucerchiato, anche se dopo in tanti hanno provato a salire sul carro dei vincitori. Di quell’anno, nella memoria di chi c’era, resta impressa una serie di nomi, indelebilmente tatuata nelle nostre anime: Pagliuca, Mannini, Katanec, Pari, Vierchowod, Pellegrini, Lombardo, Cerezo, Vialli, Mancini, Dossena. Questa è la filastrocca che per anni abbiamo ripetuto nelle nostre menti, ma accanto a questi ragazzi c’erano altri grandi professionisti, tra i quali Lanna, Invernizzi, Bonetti, Nuciari, Branca, Mikhaijlichenko, i giovani Calcagno e Dall’Igna e soprattutto l’indimenticabile figura del dottor Paolo Borea, grande conoscitore dei calciatori e delle loro anime, nonché vero braccio esecutivo di tutti i pensieri del Presidente Mantovani. Una figura, quella di Borea, che oggi tanto manca al calcio italiano, frequentato da mestieranti senza talento.
Difficilmente oggi potremo vedere, non solo alla Sampdoria, un gruppo così affiatato, così intensamente concentrati per realizzare il proprio sogno e quello di una tifoseria; è complesso spiegare cosa abbiamo provato in quegli anni, perché oggi il calcio è un’altra cosa. Allora i numeri andavano dall’uno all’undici, ogni numero indicava il ruolo e le caratteristiche di un giocatore, senza bisogno di scrivere un nome sulla maglia. Ognuno era parte del gruppo, dal campione al faticatore di centrocampo, e l’unico valore era quella maglia che veniva onorata da chi conosceva l’importanza del rispetto dei propri colori.
Per queste ragioni quella vittoria fu straordinaria e ancora oggi, dopo venticinque anni, ci commuove.
Quel gruppo fu fantastico, ma se tutto accadde fu anche merito di un uomo straordinario come Vujadin Boskov, capace di essere padre e severo Maestro di calcio.
“La Sampdoria è come una bella ragazza che tutti vogliono dare baci” disse Vuja alla prima di campionato dopo una sofferta vittoria contro il cesena, ma quella bella ragazza i propri baci e le gioie li riservò solo per i propri più intimi
innamorati: i suoi tifosi.
Ancora oggi quei baci non possiamo dimenticarli, perché ci diedero la gioia più grande della nostra vita e per sempre, ogni 19 maggio, una lacrima di gioia ci righerà il viso.
Grazie di esistere Sampdoria!
Fieri Fossato