19 maggio 1991- 19 maggio 2021: sono passati trent’anni dal giorno che tutti i Sampdoriani non potranno mai dimenticare.

Quel giorno uno stadio pavesato a festa e colmo come oggi non potremmo neanche immaginare, attese il minuto 91 e 48 secondi per lanciare quell’urlo così tanto atteso: Lo scudetto era diventato realtà!

Quello scudetto nel cuore non faceva più male, come dissero mirabilmente i New Trolls in quella canzone che, oggi come allora, ci dà la pelle d’oca.

Ai tifosi più attempati, quelli che avevano vissuto anni di sofferenze ma pieni di orgoglio e dignità, si mischiavano le voci di tanti giovani che in quei colori e nel modello Sampdoria avevano trovato la realizzazione dei propri sogni e l’espressione viva della propria passione.

La memoria di quegli anni, senza le dirette televisive, ci riporta alle affollate trasferte in cui migliaia di tifosi dipingevano di blucerchiato gli stadi d’Italia e d’Europa, con la gente che non vedeva l’ora di affrontare il viaggio successivo.

Per giorni, dopo la conquista del tricolore, la città fu attraversata da manifestazioni di piazza che celebravano quell’evento storico: dalla festa allo stadio Carlini, ripresa anche dalla televisione di stato, alle fiaccolate per le vie cittadine.

Tutta l’Italia guardava con rispetto, e un pizzico di invidia, a quel modello di gestione sportiva che aveva portato un manipolo di ragazzi di grande avvenire a diventare uomini e issarsi ai più alti livelli del calcio italiano e internazionale.

Ricordare lo scudetto 1990-1991 della Sampdoria oggi non è solo la celebrazione del momento più alto della nostra storia, ma è anche un modo per ricordare uno degli ultimi anni di un calcio che non c’è più. Quella sapiente miscela di giovani talentuosi e giocatori esperti, ancora motivati e vincenti, era stata costruita in poco più di un decennio da quell’uomo, dall’ingegno e dalle capacità morali e manageriali immense, che è stato Paolo Mantovani.

Fu lui, circondandosi di dirigenti competenti ed appassionati, a costruire pezzo per pezzo quella generazione di fenomeni che fu capace di raggiungere, oltre allo scudetto, la finale della coppa dei Campioni, dimostrando di essere una delle regine continentali del calcio dei primi anni 90.

A quei tempi i presidenti delle società di calcio, tra i quali spiccavano i più grandi esponenti della finanza italiana, avevano come unico obiettivo il raggiungimento del risultato sportivo. Risultati che si costruivano con la valorizzazione dei giovani e di tutti i giocatori in rosa, sottesa unicamente all’ottenimento delle vittorie sul campo. Oggi, in epoca di “player trading”, il concetto sembra ribaltato e solo le squadre più ricche possono permettersi un ragionamento del genere; per tutte le altre, i sogni che untempo venivano accesi dai giocatori di talento, vengono regolarmente spenti dalle cessioni dei migliori, sacrificati sull’altare delle plusvalenze.

Per questo godere e riportare alla mente i ricordi di quei giorni è un esercizio che ci rende felici, ma ci spinge anche a sognare un altro calcio.

Mercoledì 19 maggio, alle ore 19, i Gruppi della Sud e la Federclubs affiggeranno una targa commemorativa per la nascita della Sampdoria e lo faranno proprio nella data di quello storico scudetto. La targa sarà apposta presso il Bar Roma di Sampierdarena, luogo storico, dove tutto nacque. Nei locali del bar si svolsero infatti le prime riunioni dei dirigenti della Sampierdarenese che aprirono la strada alla fondazione dell’U.C. Sampdoria 1946.

Il protrarsi della pandemia obbligherà tutti al rispetto delle misure di distanziamento e all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuali, ma questa celebrazione ci auguriamo possa essere di buon auspicio per il ritorno, il prima possibile, allo stadio e a quei riti e a quelle tradizioni che amiamo e che costituiscono la nostra essenza di tifosi.

Tutti dobbiamo guardare a quella targa, che celebrerà la nascita della nostra amata Sampdoria, con il desiderio di poter tornare, presto, a vivere altre emozioni, magari in un calcio che torni davvero ad essere passione popolare, ma soprattutto con l’orgoglio di chi ha Visto, Vinto e Vissuto un’epoca leggendaria e potrà sempre dire: quella è la nostra storia! E nessuno potrà mai cancellarla.

GRIDA FORTE PIÙ DI IERI PERCHÉ LA SAMPDORIA SEI TU …

MERCOLEDÌ 19 MAGGIO ORE 19
PIAZZA VITTORIO VENETO

L’evento si svolgerà nel rispetto delle normative vigenti anti-covid19

Calcio moderno: alla VERGOGNA non c’è mai fine!

Stupiti dalla notizia della Superlega? Per quanto ci riguarda, assolutamente no.

Sono anni, infatti, che raccontiamo di un sistema che ha palesemente anteposto il puro business ai valori propri dello sport, perché la crisi del calcio non è di nascita recente ma ha radici profondissime. Ma come sempre, quando a lanciare certi moniti è il mondo ultras, a livello mediatico e di opinione pubblica è esercizio comune etichettarli negativamente e non dargli il giusto peso.

La mossa dei 12 club è stata soltanto la punta dell’iceberg di questo processo. Una VERGOGNA che non si potrà mai cancellare né dimenticare, sebbene alcune società abbiano fatto immediatamente marcia indietro provando a pulirsi la coscienza con tanto di scuse verso i tifosi e il progetto sia conseguentemente naufragato sul nascere.

La nostra posizione è netta: queste squadre meriterebbero la radiazione dai propri campionati.

Stessa VERGOGNA che dovrebbero provare anche FIFA, UEFA, Federazioni e Presidenti delle altre società che in queste ore hanno recitato la parte delle vittime, utilizzando la scusa della mancanza di rispetto verso i tifosi per denigrare un progetto che in realtà li avrebbe colpiti soltanto nel portafoglio.

Oggi questi signori che comandano il calcio gridano allo scandalo, ma siamo così sicuri che a breve non si siederanno ad un tavolo coi 12 club “dissidenti” per raggiungere un accordo che andrà a soddisfare pienamente ambo le parti?

Proprio loro ci vengono a parlare di diritti dei tifosi quando in questi anni hanno svenduto la nostra passione in nome del profitto, consentendo in primis alle televisioni di stravolgere completamente i calendari secondo le loro esigenze; non mettendo un freno a situazioni pericolose come il sempre più influente ruolo dei procuratori e il conseguente aumento dei costi di cartellini e ingaggi che hanno portato alla situazione di collasso economico odierna; creando regole farlocche come il Financial Fair Play, progetto decaduto dopo evidenti disparità di applicazione. Potremmo andare avanti per ore.

L’ipocrisia stessa dei Presidenti che piangono miseria per la mole di debiti accumulata ci disgusta, ma non da oggi.

Da anni ci battiamo perché il calcio torni ai fasti degli anni ’80, dove esisteva una vera competizione basata sul merito – sia a livello nazionale che europeo – e le belle favole come il Leicester campione d’Inghilterra rappresentavano non una rara eccezione che suscitava clamore, ma la normalità.

Gli strumenti per tornare a quel calcio esistono: salary cap, stop ai procuratori, riforma dei campionati con riduzione del numero di squadre partecipanti, riforma delle coppe europee tornando al format anni ’80, riduzione del numero di stranieri consentiti in rosa con conseguente valorizzazione dei settori giovanili e investimenti nelle strutture. Queste dovrebbero essere le proposte necessarie per riportare il calcio al suo splendore e per rimettere i tifosi al centro di tutto, eppure chi gestisce istituzionalmente il calcio non le prenderà mai in considerazione perché la macchina del profitto dovrà continuare a macinare denaro e il pensiero di provare a ridurre i costi non li sfiorerà minimamente.

Quindi, cari ipocriti del cazzo, non veniteci a parlare di valori, di sogni, di passione e di rispetto verso i tifosi: queste parole le avete irrimediabilmente cancellate dal vostro vocabolario da oltre 20 anni. Piuttosto, fatevi un bell’esame di coscienza e provate a guardarvi allo specchio…. sempre che ci riusciate!

Per chi volesse approfondire la nostra posizione sul tema Superlega, nel 2016 avevamo già lanciato l’allarme tramite questo articolo che vi riproponiamo al seguente link:

https://www.fierifossato.it/super-lega-apoteosi-del-calcio-moderno/#more-115

SPEZIALE LIBERO

Un ragazzo innocente, non ancora maggiorenne, preso come capro espiatorio per condannare un intero movimento agli occhi dell’opinione pubblica.
Reo di essersi trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato o più semplicemente nel momento e al posto giusto per chi doveva trovare un colpevole per la morte dell’ispettore Raciti.
Oggi, dopo più di 13 lunghi anni, il ragazzo che oramai è diventato uomo, torna a riabbracciare la Libertà, condizione che gli è stata tolta ingiustamente.
Anni di vita rubati e un altro nome che va ad aggiungersi ad un lungo elenco.

ULTRAS LIBERI