In passato avevamo già avuto modo di esprimerci su un tema di grande rilevanza come quello della “settorizzazione
degli stadi, ossia del frazionamento delle curve in settori e subsettori.
Come sempre, gli incubi peggiori, in questo calcio moderno, fanno in fretta a diventare tristi realtà e cosi, dopo un inizio dei lavori datato 16/07/2015, in tempo per l’inizio del campionato, le curve dello stadio Olimpico di Roma si sono trovate decurtare di oltre 3000 posti complessivi su 17.000 disponibili per ogni curva e all’interno di quello che un tempo era un settore unico, sono comparse separazioni che dividono i tifosi in due aree distinte.
Deve essere probabilmente uno dei pochi casi in Italia di opere svolte nel pieno rispetto dei tempi previsti. In un paese dove quando comincia un lavoro ci si perde in un mare di proproghe e ritardi dovuti ai mille lacci e lacciuoli burocratici, questo deve essere l’unico caso virtuoso. Evidentemente Coni e Prefettura avevano proprio fretta di separare “per motivi di sicurezza” i tifosi della stessa squadra nella loro curva.
Proprio il prefetto Gabrielli rispondendo a domande sul tema ha sostenuto che non saranno fatti passi indietro, perché questo provvedimento, a suo dire, riguarda la sicurezza degli spettatori. Negli ultimi tempi, oltre a questa inquietante misura, a Roma sono stati adottati provvedimenti umilianti in sede di perquisizioni, in tutto e per tutto simili a quelle adottate negli aeroporti, e obiettivamente questa via così repressiva piace alle prefetture di tutta Italia, quindi nessuno è più così sicuro di non doversi trovare a vivere lo stadio in una maniera totalmente diversa da quella alla quale era abituato.
Larepressione non si ferma e non facciamoci prendere in giro da chi parla di sicurezza, l’obiettivo è uno solo: disgregare le curve ed ogni forma di aggregazione spontanea negli stadi di tutta Italia. Proprio in questi ultimi giorni sono stati presi provvedimenti al limite del ridicolo, se non ci fosse proprio poco da ridere, come la richiesta di Daspo da parte della questura per gli amministratori dei condomini della città di Frosinone, che non adempiano all’obbligo di impedire agli abitanti degli appartamenti che si affacciano sullo stadio, di guardare le partite dai propri balconi. Motivi di sicurezza anche in questo caso, infatti il problema sarebbe dato dal rischio per le strutture dei balconi caricati di troppo peso.
Ci resta ancora un dubbio sulla vicenda accaduta ancora una volta a Roma durante la partita Roma-Juventus, dove un tifoso in Curva Sud è stato multato per una cifra pari a 168 Euro, per non aver rispettato il posto allo stadio previsto dal suo biglietto. La notizia è stata divulgata attraverso il profilo Facebook dall’avvocato Contucci di Roma e nel leggerla non è stato possibile non provare un senso di sconforto e rassegnazione, ma la domanda che ci poniamo è: quali motivi di sicurezza possono essere addotti in un caso del genere? A teatro, al Cinema, nei palazzetti durante i concerti, chi non rispetta il proprio posto, al massimo, viene invitato dai responsabili a cambiare posto, nel calcio no, nel calcio si può multare chi ha regolarmente pagato un biglietto solo perché non era al proprio posto.
Sul tema è interessante leggere le dichiarazioni dell’avv. Contucci che dal suo social network dichiara: “Cari tifosi della Roma sappiamo bene che in Curva Sud ci sono dei forsennati che non rispettano il posto assegnato e che seguono la partita in piedi, addirittura facendo il tifo, come fossero allo stadio. Questo lo fanno da sempre e grazie a loro la Curva Sud è divenuta famosa nel mondo però, per la Questura/Prefettura di Roma, sono loro il vero problema della nostra città”.
Sembra proprio che l’ironia sia l’unica forma di risposta che riusciamo a dare a questo scempio, ma evidentemente non è sufficiente. Non c’è più limite al peggio ed è necessario, oggi più che mai farsi sentire da questa gente che fino a pochi anni fa parlava di modello inglese, di stadi senza barriere, e ora dividono i tifosi della stessa squadra come se tutti i problemi fossero lì.
Se non presteremo attenzione andranno avanti come una valanga che non può fermarsi e separeranno sempre di più la gente che allo stadio vuole stare unita in nome di una passione e una fede che evidentemente certi personaggi non riescono proprio a capire. A nessuno interessa più della capienza degli stadi, sempre più decurtata ogni anno e di questo passo, parlando per assurdo, qualcuno potrebbe pensare che possa essere giusto anche dividere in box singoli ogni parte dello stadio, per separare ogni spettatore ed impedire il contatto umano.
Noi pensiamo ancora che gli stadi, e le curve in particolare, siano un luogo che annulla le differenze sociali ed
economiche tra le persone, dove per tutto il corso della gara, quello che hai vicino è solo uno che soffre, gioisce, canta
con te, che indossa i tuoi stessi colori e poco importa quello che rappresenta nella vita di tutti i giorni. Questi sono i valori del tifo da sempre, da quando si stava sulle panche di legno, a quando si saltava sui gradoni di cemento, fino ad oggi dove gli scomodissimi seggiolini, non hanno impedito ai tifosi italiani di stare i piedi e cantare per la propria squadra.
Ai valori non possiamo derogare, soprattutto perché sono le fondamenta del folle amore che porta, in ogni occasione, i tifosi di tutta Italia e del Mondo a vivere spasmodicamente la propria passione. Teniamo gli occhi aperti dunque, perché quello che accade oggi allo stadio Olimpico di Roma non si ripeta altrove.
Rispettate le curve, rispettate i tifosi.
NO AL CALCIO MODERNO!
Fieri Fossato1999