In queste ultime settimane è tornata a rimbalzare sui giornali un’idea di cui non si parlava da tempo ma che già da diversi anni balena nelle menti dei grandi club europei e della UEFA, cioè quella di rivoluzionare i campionati e le coppe europee formando la cosiddetta “Super Lega”, torneo che dovrebbe annoverare tra le sue fila quei club considerati “top” sia a livello di prestigio che di fatturato e bacino d’utenza.
L’idea, nata come detto già qualche anno fa ma mai presa troppo in considerazione, è tornata fortemente di moda circa un paio di settimane fa dopo che “The Sun”, celeberrimo quotidiano inglese, ha pubblicato un articolo dove si parla di un incontro segreto tra le big della Premier League con lo scopo di intavolare quella che sarebbe una vera e propria rivoluzione nel calcio europeo. L’intento sarebbe quello di creare un campionato formato, come detto, solamente dai top club, quelli cioè più ricchi e con più tifosi pronti a rimpinguare le casse di società, sponsor, ma soprattutto emittenti televisive, le prime che gioverebbero di tale format. In questo modo, inoltre, non verrebbero più tagliate fuori alcune storiche società che negli ultimi anni hanno visto un certo decadimento che ha impedito loro di prendere parte al grande circo della Champions League.
Ancora non sembra chiaro se il torneo, in caso venisse ratificato l’accordo, andrebbe a sostituire semplicemente la Champions League, oppure se si tratterebbe di un vero e proprio campionato a parte, escludendo quindi di fatto dalle competizioni nazionali i top club che ne prenderebbero parte.
A rincarare la dose sono arrivate inoltre le parole di pochi giorni fa pronunciate dal Presidente del Bayern, Karl Heinz Rumenigge, che sostiene con forza la tesi di sostituire la Champions con questa Lega formata dall’elite del calcio europeo.
Sempre questa settimana la “Gazzetta dello Sport” ha pubblicato un articolo dove si parla dettagliatamente di tutte le ipotesi al vaglio e dove viene lasciato intendere che entro un paio d’anni le cose cambieranno. Non si sa ancora con che modalità, ma sembrerebbe che i tempi siano maturi.
Fa riflettere che tutto ciò stia accadendo proprio nella stagione in cui stiamo assistendo a una favola che ricorda tanto il calcio degli anni ’80 e dell’inizio degli anni ’90, quando anche società come la Sampdoria riuscivano a competere con le cosiddette “grandi”, ai punti da arrivare a vincere il proprio campionato e disputare una finale di Coppa dei Campioni. Parliamo ovviamente del Leicester, squadra che sta compiendo un miracolo sportivo e che si trova a pochi metri dall’incredibile traguardo della conquista della Premier League a scapito di società con un potere economico enormemente maggiore.
Probabilmente, anzi sicuramente, ai top club inglesi e non solo dà fastidio pensare che una società considerata “piccola” l’anno prossimo competerà in Champions League, togliendo il posto ad altre storiche che magari hanno investito male centinaia di milioni di € sul mercato. Le televisioni stesse storcono il naso di fronte alla prospettiva, perchè vuoi mettere trasmettere un Barcellona-Man Utd anziché un Barcellona-Leicester.
Secondo le regole dello sport in generale, vince chi è più bravo e chi ha più talento. Il Leicester, ma anche tante altre società in questi anni, hanno dimostrato che con la competenza della dirigenza e con la bravura di staff tecnico e calciatori si può arrivare a sognare anche senza fatturati astronomici.
E’ giusto che a vincere sia chi se lo merita sul campo; è giusto che a partecipare alla Champions sia chi si è guadagnato il posto dopo esserselo sudato per 38 partite. Non solamente chi ha milioni di tifosi, fattura centinaia di milioni ma magari è arrivato a metà classifica per incompetenza.
E’ il principio della meritocrazia, che dovrebbe essere alla base della vita di tutti i giorni, anche dello sport. Ed è proprio questo il punto: questo calcio si può ancora definire uno sport?
Noi crediamo di no e lo sosteniamo già da un pezzo. Dove circola troppo denaro, come nel calcio, i valori genuini decadono e l’unica cosa che conta è il guadagno con ogni mezzo.
Se andrà in porto, questo progetto della Super Lega sarà solo l’iceberg di quanto iniziato nei primi anni ’90, quando la vecchia Coppa dei Campioni, competizione dove a partecipare era la sola vincitrice del proprio campionato, venne accantonata e sostituita dalla Champions League. Competizione, quest’ultima, specchio del calcio moderno, dove a prendere parte sono “cani e porci”. Il tutto per dare forza commerciale ad un brand che nel corso degli anni tra sponsor, diritti tv, merchandising e affini ha fruttato miliardi di €.
Vogliono creare una loro Super Lega per spartirsi il malloppo? Che lo facciano, e alla svelta, ma non solo come competizione europea. Facciano di più, istituiscano un vero e proprio campionato staccando i top club dai propri e lasciando le altre società a giocarsi le proprie competizioni nazionali ed europee in nome del merito, dei valori dello sport e non del blasone o del fatturato.
Il prezzo da pagare per restituire al calcio la sua essenza è quello di rinunciare ad avere i top club nel proprio campionato? Ben venga, non ne sentiremo certo la mancanza….